Le labbra e il cuore di Cristina Campo

di Cristiana Maria Dobner

Poetessa sublime e schiva, innamorata della parola, riconduceva tutto alle radici della liturgia

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«Una scrittrice che ha lasciato una traccia di poche pagine imperdonabilmente perfette, del tutto estranee a una società letteraria che non aveva occhi per leggerle. ma sono pagine che troveranno in futuro i loro lettori, e allora appariranno come una sorpresa davvero sconcertante». potrebbe sembrare il rimpianto di un amico invece roberto calasso esprime una profezia sul “corriere della sera” dopo la morte di cristina campo, pseudonimo di vittoria guerrini, nella notte tra il 10 e l’11 gennaio 1977, a roma.

Cristina scrittrice inclassificabile. sorpresa oggi davvero “sconcertante”: per me invece si tratta di riagganciare il filo gettato da lorenzo baldini, giovane pianista poi mio cognato e padre, a sua volta, di artisti e di musicisti. guido guerrini, quando lorenzo studiava all’accademia di santa cecilia, ne era a capo e la sua composizione due tempi da concerto, diretta da carlo zecchi, avrebbe dovuto essere eseguita proprio da lorenzo. il progetto, purtroppo, fallì ma l’amicizia rimase. la figlia di guerrini, vittoria, frequentava i concerti della basilica di massenzio, da qui in lei la polla sorgiva della musicalità sempre sottesa al suo periodare.

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