Il 4 ottobre 1970, nella basilica di san pietro in vaticano, paolo vi riconosceva a caterina da siena il titolo di dottore della chiesa universale. si trattò di «una innovazione di grande arditezza», dal momento che fino ad allora la chiesa cattolica «non contava che trenta dottori e tutti uomini: papi, vescovi, sacerdoti e un diacono»¹. la mantellata di san domenico, proclamata santa da papa pio ii piccolomini nel 1461, ed eletta compatrona d’italia da papa pio xii pacelli nel 1939, diventava così la prima donna, insieme con santa teresa d’avila, ad essere elevata al rango del dottorato ecclesiale. un titolo che, nella sua accezione costitutiva di universalità, apre tutti gli orizzonti, temporali e geografici, tanto da poter essere attribuito solo a un santo, la cui dottrina non sia «diffusa e ricevuta in un’epoca particolare», ma lo sia «lungo tutta la storia della chiesa»².
Caterina da siena è perciò nel suo tempo, ma è soprattutto oltre il suo tempo. ed è sulla base di questa dialettica, che travalica i limiti della storia contingente, che va cercata la perenne attualità della santa senese.
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