Maria, porta del Paradiso

di Maria Gloria Riva

Una scultura lignea del Cinquecento veronese dà forma al mistero dell’Immacolata Concezione

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Era stata attribuita a giovanni zabellana, intagliatore veronese, la bella madonna in trono della collezione brozzi, ma nuove ricerche sembrano preferire l’attribuzione a francesco badile, discendente da una famiglia di artisti che a verona godette di grande popolarità. la bottega di nicolò badile, magistro pictor, passò, alla sua morte (1360), ai figli, e poi ancora ai figli dei figli, i quali portavano spesso lo stesso nome. furono almeno tre gli artisti della famiglia badile chiamati francesco, e due, che più da vicino interessano la nostra scultura, furono pressoché contemporanei: francesco ii (1476/1477-1544), figlio di antonio badile ii noto come “maestro del cespo di garofano”, e francesco iii (1492 circa - 1575). mentre entrambi furono definiti pittori, del solo francesco iii si può oggi affermare, con una certa sicurezza, che fu anche intagliatore. la recente scoperta di una firma, sul basamento di una madonna in trono custodita presso il museo pontificio della santa casa di loreto ha consentito, infatti, di assegnare un’identità anagrafica all’autore di un gruppo di sculture lignee che erano riconosciute come opera del maestro di san giorgio di valpolicella. la vergine in trono di loreto, datata attorno al 1520, potrebbe essere attribuita a entrambi gli artisti, ma che si tratti di francesco iii sembra certificarlo un’altra scultura, un san martino a cavallo che reca la data 1552, epoca in cui francesco ii era già deceduto.

La madonna col bambino della collezione brozzi è alta poco più di un metro eppure s’impone allo sguardo del fedele, per la sua serena compostezza. a giudicare dalla leggera sproporzione fra il busto e gli arti inferiori, la statua fu progettata per essere collocata molto in alto, cosicché il fedele si trovava coinvolto entro lo sguardo adorante della madre verso il divino infante. la vergine siede in trono, nello stile delle madonne longobarde, e ostende il figlio. questa felice soluzione iconografica perdurò lungo tutto il periodo romanico fino all’alto medioevo, tra xv e xvi secolo. proprio entro questo periodo s’inserisce l’attività della bottega dei badile.

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