Il mese di giugno

Numero 295 - 2024
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Il dossier del mese

Il coraggio dell'oltre

«Tutto ciò che ho scritto mi sembra paglia in confronto a ciò che ho visto e che mi è stato rivelato». Diceva così nel suo ultimo anno di vita Tommaso d’Aquino, nato a Roccasecca nel 1224/25 e morto nell’abbazia di Fossanova il 7 marzo 1274. Eppure quella paglia ha alimentato un fuoco inestinguibile che dal Medioevo alla contemporaneità continua ad alimentare il pensiero cristiano. La grandezza del Doctor Angelicus, di cui ricorrono i 750 anni dalla morte, è pari alla sua umiltà. Ha guardato ai grandi pensatori della cristianità, su tutti Agostino, e ha saputo applicare il metodo razionale di Aristotele alla teologia, offrendo un orizzonte che non teme di confrontarsi con la modernità e le nuove questioni delle scienze empiriche. Per Tommaso, «se l’ultima felicità dell’uomo non consiste nei beni esteriori; e neppure nei beni del corpo, o nei beni dell’anima rispetto alla parte sensitiva, o negli atti delle virtù morali rispetto a quella intellettiva; e neppure negli atti intellettivi relativi all’operare, ossia nell’esercizio dell’arte e della prudenza, rimane che l’ultima felicità dell’uomo consiste nella contemplazione della verità».

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