Con la riforma ecclesiastica dell’xi secolo, divenne evidente come i promotori del rinnovamento all’interno della chiesa romana desiderassero dare un ruolo centrale e privilegiato all’urbe, la città che nel iv secolo aveva visto il suo primato, fino ad allora indiscusso, esposto alla minaccia della sua splendida concorrente sul bosforo, la nèa ryme o nova roma, di solito indicata, dal nome del suo fondatore, come costantinopoli. Questo desiderio rispecchiava l’importanza assegnata all’antico glorioso caput mundi nel progetto di riordino religioso e politico voluto da papa gregorio vii, che diede vita a una nuova forma di gestione ecclesiastica nota come “programma ierocratico”.
In tale contesto la centralità di roma non fu casuale, ma apparve come un punto strategico e simbolico per consolidare l’autorità spirituale del papato e per rinnovare la struttura della chiesa. infatti, la città divenne il punto di riferimento e il cuore pulsante di un lungo percorso di pellegrinaggio che attraversava tutta l’europa, collegando i luoghi santi di santiago de compostela e gerusalemme. questo tracciato di pellegrinaggio divenne una via di comunicazione spirituale e culturale, costellata da tappe intermedie di grande significato religioso, come la città di lucca, che custodiva l’immagine del “santo volto”, e costantinopoli, capitale dell’impero bizantino e luogo di alta rilevanza per i cristiani d’oriente.
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