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Il dossier del mese
Regina Viarum, la chiamavano gli antichi. La prima, la più rivoluzionaria, la più celebre delle vie consolari, dimenticata per lungo tempo, è riemersa grazie al Grand Tour, che ne ha celebrato il tratto romano. Ma la Via Appia, come ha sottolineato l’iscrizione al patrimonio Unesco nel 2024, è molto di più e ripercorrerla oggi per intero consente di compiere un grande attraversamento della geografia, della storia, dell’arte e del presente di una fondamentale porzione d’Italia. Il numero 306 di “Luoghi dell’Infinito” lo fa con le firme di Antonio Musarra, Simone Quilici, Eraldo Affinati (e le fotografie di Francesco Jodice), Vincenzo Fiocchi Nicolai, Felice Accrocca, Raffaele Nigro e Francesco Marzella. La sezione “arti e itinerari” propone la visita della città friulana di Grado e della sua laguna, a firma di Alessandro Beltrami, e un’intervista al fotografo Olivo Barbieri, a cura di Corrado Benigni.
La Via Appia è più di un’impresa ingegneristica o di una conquista: racconta un’idea di mondo Oggi il suo percorso è un palinsesto di memoria e bellezza
di Antonio Musarra
Percorsa da san Paolo, sede di basiliche, catacombe e antiche diocesi, la Via Appia è cosparsa delle memorie dei primi secoli del cristianesimo, la cui presenza fu determinante nel definirne l’aspetto
di Vincenzo Fiocchi Nicolai
Il lungo tratto pugliese della principale variante dell’Appia, dove l’archeologia si mescola al romanico e il paesaggio alla grande poesia latina.
di Francesco Marzella
Tra basiliche paleocristiane, casoni di pescatori e isole monastiche, la città (antica sede di un patriarcato) racconta una storia fatta di pazienza e luce riflessa
di Alessandro Beltrami