Duecentocinquanta immagini del mare, luminose, avvolgenti, come una vertigine: questo è lo scenario che accoglie chi entra in questi mesi nel Mudec, nell’invaso dell’agorà, come l’architetto David Chipperfield ha chiamato l’avvolgente hall che dà accesso agli spazi espositivi del Museo delle Culture di Milano. La scala cromatica di accordi, man mano si sale verso l’alto, vira dallo scuro al chiaro in un’armonia delicata.
Quale l’effetto nei più? Sfoderare lo smartphone e cercare l’immagine perfetta, scattarsi un selfie o farsi immortalare dall’amico o dall’amica di turno. Chi non è mai entrato al Mudec si arrischia a commentare la bellezza della decorazione, chi è più pratico si interroga sul suo significato.
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