Riconoscere la memoria dell’Africa

di ​Giovanna Leone

I musei europei tra decolonizzazione e nuova convivenza globale. I casi di Tervuren e Verona

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Sala del Museo Africano di Verona (Massimiliano Troiani)

I musei non sono solo luoghi della storia, ma anche luoghi nella storia. Lo sguardo che suggeriscono rispecchia l’evoluzione delle società, e le reazioni dei loro visitatori davanti agli oggetti mostrati cambiano al mutare del giudizio sociale sul passato. Così può accadere che oggetti compresi nel patrimonio museale, inizialmente considerati accettabili o forse persino banali, possano trasformarsi nel tempo in una fonte di contestazione e di imbarazzo se nuove rappresentazioni sociali della storia ne rendono evidenti aspetti controversi o persino violenti.

Ritroviamo in questo fenomeno alcune scoperte ben note grazie alle quali, già nel 1932, lo psicologo sperimentale Frederic Bartlett poteva mandare definitivamente in soffitta la classica metafora della memoria-magazzino, definendola invece come “uno sforzo verso il significato del ricordo”: sforzo non definitivo e stabile, ma continuamente ricostruito a partire dalla comprensione attuale del passato. I musei sono una potente infrastruttura di sostegno di questo incessante processo di ricostruzione del significato attribuibile al passato, stavolta non del singolo, come nei laboratori di psicologia, ma della collettività.

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