I luoghi dell’incontro

di Siri Ranva Hjelm Jacobsen

Non confine ma luogo tra i luoghi,sono uno spazio ricco di connessioni, storie e potenzialità per nuove idee

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L’isola di Kalsoy, nel nord delle Fær Øer Marc Zimmer / Unsplash

L’isola è spesso vista come un confine, quando osservata dal luogo che si considera il centro: tra civiltà e natura, tra passato e presente, tra interno ed esterno. Da quella stessa prospettiva centrale, le isole sono spesso viste come luoghi isolati. Ma l’isola è uno spazio a sé stante. L’arcipelago delle Fær Øer, di cui sono originaria, si trova alla periferia del Regno di Danimarca e, in questo senso, costituisce una sorta di confine. Ma come nazione insulare, con una propria storia e cultura, è anche un centro: non sono isole lontane nel mare, ma un mare di isole – per citare l’antropologo sociale tongano-figiano Epeli Hau’ofa. E questo mare di isole offre prospettive importanti e un potenziale di conoscenza che i centri di potere tradizionali, in questo caso la Danimarca con il potere politico concentrato a Copenaghen, spesso trascurano. Ad esempio, alcune delle ricerche più importanti sul trasporto di calore oceanico e su come i cambiamenti climatici influenzeranno i nostri oceani e il nostro clima non vengono condotte a Copenaghen ma a Tórshavn, capitale delle Fær Øer. Penso che sia interessante abbandonare l’idea di isola come confine, un luogo dove le cose finiscono, e considerarla invece come un luogo dove le cose si incontrano. Un luogo tra i luoghi e quindi un luogo ricco di connessioni, storie e potenzialità per nuove idee.

Per me le Fær Øer non sono un rifugio o un luogo di esilio, ma uno dei luoghi che chiamo casa – complicato, stratificato ed emotivo come a volte può essere una casa – a metà strada tra la realtà fisica e la mitologia personale. Ma tutto questo è anche cambiato nel tempo. Dieci anni fa, quando ho scritto Isola, mi sentivo ancora un po’ come un ospite quando visitavo le Fær Øer. Un ospite nel paesaggio, nella mia famiglia e nella mia cultura. Tuttavia, lavorare al libro mi ha avvicinata a quel luogo, mi ha aiutata a crescere e a diventare quella che sono oggi, una persona che appartiene sia alla Danimarca sia alle Fær Øer. In questo modo ho scritto la mia strada verso casa. Per la narratrice di Isola, la nipote senza nome della storia, l’isola è uno spazio di connessione tra ciò che sa della sua storia e ciò che deve immaginare, tra la realtà fisica della terra e le speranze, i sogni e le ambizioni che hanno plasmato la vita della sua famiglia. E come spesso accade quando si parla di famiglia, suppongo, anche tra il potenziale di unione e i limiti imposti dai segreti stessi di famiglia, dalla vergogna e dalle vecchie ferite.

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L’isola di Kalsoy, nel nord delle Fær Øer Marc Zimmer / Unsplash

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