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Gerusalemme sulle Alpi

I Sacri Monti nacquero nel Quattrocento come mete sostitutive dei pellegrinaggi in Terra Santa, ormai impossibili. Oggi sono un tesoro di arte e spiritualità

​Nei secoli dell’Europa cristiana due erano i viaggi che ogni credente desiderava compiere nella vita prima di lasciare questo mondo; uno era il viaggio a Roma “ad limina Petri”, per pregare sulla tomba del Principe degli apostoli, l’altro era il “pasagium ultramarinum”, il viaggio a Gerusalemme per venerare i luoghi santi, dove si conservava memoria di Vita, Passione e Morte di Nostro Signore.
Se il viaggio fino a Roma era relativamente tranquillo perché, procedendo da nord a sud lungo la strada o, per meglio dire, lungo il fascio di strade noto come Via Francigena, si attraversavano Paesi cristiani forniti di ospizi, di ospedali, di centri di accoglienza, il “pasagium ultramarinum” era estremamente più difficile e pericoloso. Spesso il viaggio in Terra Santa cominciava là dove finiva il pellegrinaggio a Roma. Le cose cambiarono a far data dalla fine del XV secolo. La caduta di Costantinopoli nelle mani dei Turchi (1453) e l’espansionismo sempre più aggressivo degli Ottomani nel Mediterraneo resero difficile e molte volte impossibile il pellegrinaggio in Terra Santa.
Nacquero così i Sacri Monti, allestimenti insieme monumentali e urbanistici che intendevano offrire alla devozione dei credenti la geografia sacra di Gerusalemme con la riproduzione dei luoghi che avevano visto la vita e soprattutto la Passione di Gesù: l’edificio dell’Ultima Cena, il pretorio di Pilato, il Calvario, il sepolcro... Sono sette i Sacri Monti del Piemonte, due quelli di Lombardia. Nel 2003 l’Unesco li ha dichiarati patrimonio dell’Umanità. Li tutelano leggi nazionali e regionali e provvidenze internazionali quali il Progetto Atlante del 1995 che ha per oggetto la catalogazione, lo studio, la valorizzazione degli antichi complessi devozionali distribuiti nell’Europa cattolica: dall’Ungheria all’Austria, dalla Slovenia alla Spagna.
Occorre ricordare tuttavia che i Sacri Monti italiani hanno un carattere speciale. Intanto perché è italiana l’invenzione del genere. Fu infatti il francescano Bernardino Caimi, che era stato Guardiano del Santo Sepolcro a Gerusalemme, a volere (nel 1486 secondo la tradizione comunemente accettata) la nascita di un luogo di devozione che riproducesse i percorsi e le stazioni della passione e morte di Gesù. Il luogo scelto fu Varallo e da Varallo occorre partire quando si parla di Sacri Monti.

di Antonio Paolucci