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Giuseppe Verdi, musicista e contadino

Nonostante la fama internazionale il compositore di Busseto scelse di vivere e coltivare la campagna delle sue origini

​Andrea Milanesi
«Sono stato, sono e sarò sempre un paesano delle Roncole»: così Giuseppe Verdi scriveva nel 1863 riguardo al suo spirito ribelle, al suo temperamento combattivo e soprattutto alle sue origini contadine, così profondamente radicate nella provincia di un’Italia a quel tempo ancora tutta da costruire, ma nei cui ideali lui ha sempre creduto.
Dobbiamo alla creatività dello scrittore Bruno Barilli uno dei più vividi e avvincenti racconti riguardanti proprio i luoghi e le atmosfere che hanno rappresentato la scenografia ideale delle principali vicende biografiche del compositore: «In quella enorme zanzariera che è la Valle del Po fra Parma e Mantova doveva nascere il genio di Verdi, e Parma diventare la roccaforte dei verdiani. Da quelle terre arate e grasse tu vedi le torri, i monumenti e le mura di questa antica capitale dove ebbe sede anche la corte di Maria Luisa d’Austria, moglie del grande Imperatore [...] Verdi nacque qui, né si volle più muovere da questi luoghi. Il suo respiro fu tutt’uno con l’aria carica e violenta di questa pianura lavorata a fondo dai più grami contadini. Se gli avessero portato per le briglie Pegaso, il cavallo dalle ali, egli lo avrebbe attaccato a un aratro o a un qualunque carrettino rurale».
Giuseppe Fortunino Francesco viene alla luce il 10 ottobre 1813 appunto alle Roncole, piccola frazione di Busseto – all’epoca “Dipartimento del Taro”, sotto il dominio francese – da Carlo Verdi e Luigia Uttini, di professione locandieri. È qui che sin da piccolo dimostra una spiccata attitudine musicale ed è nella locale chiesa di San Michele che riceve le prime lezioni da don Pietro Baistrocchi, organista e suo maestro elementare, che ad appena nove anni Verdi si troverà a sostituire con il compito di suonare le domeniche e i giorni festivi.
Il salto di qualità arriva nel 1825, quando viene accolto a “bottega” da Ferdinando Provesi, il principale musicista di Busseto, organista della collegiata di San Bartolomeo, maestro della banda e direttore della Società Filarmonica. Per il giovane questo rappresenta un passo decisivo verso l’integrazione all’interno del contesto culturale della cittadina, venendo ben presto a confrontarsi con le necessità musicali della comunità locale, sia per quanto riguarda il repertorio sacro che profano, sia in ambito vocale che strumentale.
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