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I Longobardi dall'Elba all'Italia

Noti ai romani fin dal I secolo, i Longobardi mostrano elementi comuni ai popoli germanici e peculiarità proprie. Scontri e incontri con la civiltà latina e la Chiesa

​Franco Cardini

Nel Natale del 770 - è la data proposta dalla tradizione - vennero celebrate le nozze tra il re franco Carlo Magno e la principessa longobarda Desiderata (l’Ermengarda del Manzoni: il nome in realtà è incerto). L’anno seguente però, con un atto clamoroso, egli ripudiò la sposa e la rinviò al padre Desiderio. Si è molto discusso sui motivi di questa mossa: avversione personale di Carlo nei confronti della sposa? Mossa politica? Desiderio cercava intanto di stringere i rapporti con Carlomanno, il fratello con il quale Carlo condivideva la corona, pure sposato con una longobarda. Ma il 4 dicembre 771 Carlomanno morì e Carlo si trovò a esser l’unico sovrano di tutti i Franchi. Nell’estate del 773 passò all’attacco forse aiutato da una fronda all’interno dell’aristocrazia longobarda. In ogni caso l’avanzata fu rapida e Desiderio dovette rifugiarsi a Pavia, mentre suo figlio Adelchi ripiegava verso Verona con la famiglia di Carlomanno. Carlo pose l’assedio alla capitale longobarda e nel frattempo venivano espugnate altre città longobarde tra cui, alla fine dell’anno, Verona. Qui il re franco catturò la cognata Gerberga e i suoi figli che, secondo le consuetudini, finirono i loro giorni in un monastero. Stessa sorte toccò a Desiderio: costretto a trattare la resa di Pavia all’inizio del 774, il re longobardo fu poi rinchiuso nel monastero di Corbie. A questo punto Carlo decise di recarsi a Roma per assistere alle celebrazioni delle festività pasquali del 775 e incontrare papa Adriano. Cominciava una nuova fase per la storia del regnum Langobardorum, che continuava ad esistere come denominazione, sebbene con la corona associata a quella del regno dei Franchi e saldamente nelle mani di Carlo Magno. Restavano fuori dal suo dominio i Longobardi del ducato di Benevento, e tali sarebbero rimasti fino alla conquista normanna.
Ma com’era cominciata la loro storia “italiana”? Facciamo un passo indietro. Alla fine della guerra che siamo soliti definire “greco-gotica”, il generale bizantino Narsete ricevette l’incarico di governare l’Italia, alla quale l’imperatore Giustiniano aveva esteso con la Prammatica sanzione del 554 la nuova legislazione imperiale. La penisola fu quindi, secondo l’assetto imperiale, costituita in Prefettura con sede centrale in Ravenna e distinta in varie Province; fu ristabilita la schiavitù e importanti lavori furono intrapresi nella capitale. Tuttavia lo spopolamento e le razzie (gruppi di Franchi e di Alamanni, che avevano preso parte alla guerra precedente, scorrazzavano per il paese) ne resero quasi impossibile l’ordinata gestione. Alla fine, nel 567, Narsete fu richiamato a Costantinopoli da Giustino II (565-568), nipote e successore di Giustiniano; e si disse che l’invasione dell’Italia da parte dei Longobardi fosse stata anche il risultato d’un consiglio fatto arrivare loro dal novantenne generale, offeso dal comportamento che il sovrano aveva tenuto nei suoi confronti. Comunque l’arrivo nella penisola dei Germani strappò all’amministrazione imperiale il controllo del Nord e del Centro di essa.
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