Luoghi dell' Infinito > IL CORAGGIO DELL’OLTRE GLI ANNIVERSARI DI TOMMASO D’AQUINO E MARCO POLO

IL CORAGGIO DELL’OLTRE GLI ANNIVERSARI DI TOMMASO D’AQUINO E MARCO POLO

​Il numero 295 di “Luoghi dell’Infinito” in edicola da martedì 4 giugno presenta due monografie dedicate a Tommaso d’Aquino e Marco Polo che celebrano rispettivamente i 750 e i 700 anni dalla morte.
«Tutto ciò che ho scritto mi sembra paglia in confronto a ciò che ho visto e che mi è stato rivelato». Diceva così nel suo ultimo anno di vita Tommaso d’Aquino, nato a Roccasecca nel 1224/25 e morto nell’abbazia di Fossanova il 7 marzo 1274. Eppure, quella paglia ha alimentato un fuoco inestinguibile che dal Medioevo alla contemporaneità continua ad alimentare il pensiero cristiano. La grandezza del Doctor Angelicus, di cui ricorrono i 750 anni dalla morte, è pari alla sua umiltà. Ha guardato ai grandi pensatori della cristianità, su tutti Agostino, e ha saputo applicare il metodo razionale di Aristotele alla teologia, offrendo un orizzonte che non teme di confrontarsi con la modernità e le nuove questioni delle scienze empiriche. Per Tommaso, «se l’ultima felicità dell’uomo non consiste nei beni esteriori; e neppure nei beni del corpo, o nei beni dell’anima rispetto alla parte sensitiva, o negli atti delle virtù morali rispetto a quella intellettiva; e neppure negli atti intellettivi relativi all’operare, ossia nell’esercizio dell’arte e della prudenza, rimane che l’ultima felicità dell’uomo consiste nella contemplazione della verità».
«Il mio sguardo è quello di chi sta assorto e medita, lo ammetto. Ma il tuo? Tu attraversi arcipelaghi, tundre, catene di montagne. Tanto varrebbe che non ti muovessi di qui». Così Italo Calvino racconta il dialogo tra il Gran Khan e Marco Polo nelle Città Invisibili. Ricorrono i 700 anni dalla morte del viaggiatore più famoso (Venezia, 15 settembre 1254 - 8 gennaio 1324). Ancora in vita la fama di Marco Polo era legata alla redazione di un diario di viaggio intitolato Devisament dou monde (“Descrizione del mondo”) o Il Milione, con il racconto dei circa venticinque anni trascorsi in Asia, prevalentemente in Cina, oltre a resoconti sull’Asia centrale, l’India e il Sud-Est asiatico. Fu scritto in una prigione a Genova, verso la fine del XIII secolo, con l’aiuto di Rustichello da Pisa, autore noto per la creazione di poemi epici, in franco-italiano, miscela di italiano settentrionale e francese. Successivamente, il testo è stato oggetto di numerose traduzioni: dai volgari toscano e veneziano al francese, al latino... Era la prima volta che un viaggiatore europeo descriveva con così ricchi dettagli il continente asiatico, e in particolare la Cina.
Come il numero, così i due editoriali sono bipartiti: il primo, del filosofo Sergio Givone, è dedicato a Tommaso e alla “svolta mistica della ragione”; il secondo, del poeta Roberto Mussapi, è un ritratto del “mercante che ci regalò l’Oriente”.
La sezione riservata all’Aquinate si apre con un profilo biografico a firma di Franco Cardini, a cui segue un testo di Antonio Musarra sui luoghi di Tommaso. Alessandro Ghisalberti, Gianni Festa e Serge-Thomas Bonino ci aiutano a cogliere la profondità e l’attualità del pensiero tomistico, mentre Davide Rondoni si concentra sulla figura di Tommaso nella Commedia di Dante. Concludono il focus un’antologia di testi del teologo medievale sulla bellezza e alcuni suggerimenti bibliografici per approfondire.
Lo speciale dedicato a Marco Polo propone un profilo biografico e una descrizione del suo viaggio a firma di Marina Montesano. Alberto Vanoli racconta l’invenzione recente della Via della Seta e la sua attualità geopolitica. Franco La Cecla offre un reportage dalla Cina contemporanea, velocissima nelle trasformazioni e sfuggente nella comprensione. A chiusura dello speciale, una bibliografia ragionata su Marco Polo e Il Milione.
Chiudono il numero le rubriche “Homo viator” di Franco Cardini, “L’altro Novecento” di Massimo Lippi, “Le strade del vino” di Lucia Stefani, “I volti dell’Annuncio” di Maria Gloria Riva, “La scala d’oro” di Marco Vannini, “Lo spazio del suono” di Luigi Garbini, “Taccuino” a cura di Luigi Marsiglia, e “Amicizie” di Antonia Arslan.