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Il segno di Ildegarda

Mistica, teologa, musicista, scrittrice. La sua figura è così forte da avere sovrastato ogni pregiudizio

​Cristiana Maria Dobner

Hildegard, coraggiosa in battaglia. Nomen omen, già questo nome getta luce particolare sulla bambina nata da stirpe nobile nel 1098 nel castello della contea di Sponheim.
Ultima dei dieci figli di Matilda e di Ildeberto di Bermersheim, Ildegarda è di salute fragile, cagionevole, possiede però anche una tempra eccezionale e un dono che fa stupire: il misticismo profetico. Verso gli otto anni viene portata all’abbazia di Disibodenberg e affidata a una monaca, pure di nobile stirpe, Jutta di Sponheim.
La sua educazione, tutta curata da questa monaca e dalla comunità benedettina, si dimostrò ampia e rara per quei tempi, se si pensa alla non apertura allo studio per le donne di quella società e al periodo storico-politico in cui vigeva il Decretum Gratiani, la raccolta di Diritto Canonico del XII secolo che non solo non concedeva autorità alla donna, ma riteneva pure che non potesse trattare di argomenti teologici.
Si sussulta dinnanzi alla personalità poliedrica di Ildegarda: profetessa, filosofa, poetessa, musicista, linguista, erborista, cosmologa, gemmologa, drammaturga e anche consigliera politica. Non per nulla fu definita la donna più intelligente del Medioevo, lei che si autodefiniva paupercula feminea forma e indocta e si riteneva creatura di cenere e di polvere. Eppure, in una missiva indirizzata all’imperatore Federico I Barbarossa, Ildegarda osò scagliarsi duramente contro la politica dell’imperatore nei confronti della Santa Sede. Tra i suoi interlocutori spiccarono imperatori e re, vescovi e abati, sacerdoti e laici.
Le 390 lettere che ci rimangono rappresentano la reale testimonianza della sua corrispondenza con i grandi dell’epoca, a firma da una “donna semplice” quale si riteneva. I contemporanei le riservarono gli epiteti di “tromba di Dio” e di “luce fiammeggiante nella casa di Dio”. Afferma Giordano Frosini, studioso della teologia di Ildegarda: «Emerge una donna forte, intelligente, attiva, che non ha nulla da invidiare all’uomo in generale e nemmeno all’uomo riuscito e impostosi per le sue doti eccezionali. Non sa ancora cos’è il femminismo, ma opera come se ne fosse una convinta sostenitrice e propagandista, precorrendo di secoli il tempo che verrà».
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