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Italia longobarda i ducati di Spoleto e Benevento

Hanno segnato la storia dell’Italia centrale e meridionale. Politicamente indipendenti, erano uniti al re nell’istituto del diritto

​Lidia Capo

I due ducati di Spoleto e Benevento si formarono verso la fine del VI secolo, a opera di distinti nuclei di guerrieri longobardi, autonomi dai re e forse in origine parte dell’esercito imperiale. Erano certamente nuclei poco numerosi, su un territorio ristretto, ma i loro duchi seppero giostrarsi bene tra l’impero, i franchi che lo aiutavano e i re longobardi, nel difficile periodo che vide l’invasione dell’Italia da parte di Alboino, l’interregno ducale seguito alla morte del suo successore Clefi (574), e poi la ricostruzione del regno, compiuta quando i duchi dell’area settentrionale, che avevano pensato di poter fare a meno di un re, si resero conto che senza un comando unitario ed efficace rischiavano di perdere tutto (584).
La scelta dei due centri, molto distanti tra loro, dipese plausibilmente dalla loro buona posizione: Spoleto a controllo della via Flaminia, che univa Roma al Nord-Est; Benevento prossima all’Appia e posta sull’asse Molise-Tirreno. Ma poté contare pure il fatto che fossero effettive città, dotate di monumenti significativi della civiltà romana: una qualità urbana che risulta sempre apprezzata dai Longobardi. Protetti rispetto ai re dal cosiddetto corridoio bizantino, che dall’area di Roma raggiungeva, attraverso Perugia, la Pentapoli (Marche) e poi Ravenna e l’Esarcato, i due ducati ebbero una crescita relativamente indisturbata: del resto essa era rivolta contro l’impero d’Oriente, nemico comune, a spese del quale nel corso del VII secolo sia il regno che Spoleto e Benevento, ognuno per proprio conto, andarono crescendo: Spoleto verso sud-ovest e nord-est (Gregorio Magno denuncia spesso gli attacchi del duca Ariulfo contro Roma); verso entrambi i mari Benevento, che ai primi dell’VIII secolo sottrasse al ducato romano il territorio di Sora e Cassino, costituendo il più grande organismo politico dell’Italia centro-meridionale, esteso da Chieti alla Puglia - con Taranto ma senza il Salento -, dal Lazio meridionale alla Campania - salvo le enclaves bizantine di Napoli e Amalfi -, alla Basilicata e alla Calabria settentrionale con Cosenza. La separazione dal regno non era però totale: i re considerarono sempre di loro interesse questi territori longobardi e cercarono di interferire nei passaggi del potere locale, a volte inviando un duca, come è forse il caso di Arechi I, comunque friulano, che resse Benevento dal 590 al 640. E realizzarono con Grimoaldo (661-671) una vera unità, che fu effimera, ma costituì un precedente importante. Grimoaldo era infatti duca di Benevento quando conquistò il trono di Pavia grazie a una congiura, e da re impose a Spoleto il proprio fedele Transamundo, già conte di Capua, e condusse una spedizione a Benevento per aiutare il figlio e reggente Romualdo a respingere l’attacco di Costante II, ultimo imperatore bizantino venuto in Italia (663).
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