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La difesa delle differenze

Nel Corano si fa riferimento all’importanza di custodire ogni luogo, moschea, chiesa o sinagoga, dove si celebra il nome di Dio

​«E a quelli che sono ingiustamente scacciati dalle loro case solo per aver detto: “Il nostro Signore è Dio”. Se Dio non avesse respinto alcuni uomini per mezzo di altri, i monasteri e le sinagoghe, gli oratori e le moschee dove il nome di Dio è spesso ricordato sarebbero distrutti. Dio soccorrerà chi Lo soccorre, Dio è forte e potente» (Corano, XXII, 40).
Dalla lettura di questa traduzione italiana di un versetto della Rivelazione del Sacro Corano cerchiamo di riconoscere quali interpretazioni e misinterpretazioni possono essere dedotte per approfondire la prospettiva autentica dell’ortodossia religiosa islamica sul dialogo interreligioso e sulla salvaguardia di questa prospettiva dal letteralismo del fondamentalismo e del radicalismo. Ciò che forse colpisce il lettore occidentale con una conoscenza superficiale dell’Islam è il riferimento esplicito alla difesa di “monasteri, sinagoghe, oratori e moschee”, un’immagine che è in evidente contrasto con quanto vediamo nelle immagini di distruzione del radicalismo. E parallelamente, può colpire questo riferimento all’azione di Dio che respinge “alcuni uomini per mezzo di altri”, quasi a confermare uno scontro tra persone che possa legittimare un conflitto.
In realtà, i sapienti che cercano di commentare e approfondire la “scienza utile” della Parola di Dio fanno partire i loro insegnamenti sul senso del versetto citato dalla condizione espressa all’inizio del testo, vale a dire da quella ingiustizia di coloro che scacciano i credenti dalle loro case e dai templi. Si fa riferimento, da un punto di vista pratico, alla situazione che vede alcuni aggressori negare ad altre persone di poter continuare a vivere, abitare e pregare degnamente nelle proprie case e templi.
 Solo per il fatto che dicono “il nostro Signore è Dio”, vale a dire testimoniano la loro fede in Dio, alcune persone, le loro abitazioni e i loro templi rischiano di venire distrutti. Davanti a una tale ingiustizia e prima di una conseguenza ancora peggiore di un mondo privato della religione, sia nelle case che nei templi, che nei cittadini, Dio determina la difesa di questi credenti, delle loro residenze e dei loro luoghi di culto con il Suo soccorso. Si tratta dunque di una legittima difesa della propria identità di fede, del proprio spazio di vita e della condivisa partecipazione sacrale al ricordo di Dio secondo le forme specifiche delle varie religioni.

di Yahya Pallavicini