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La poesia fiorisce in Riviera

Colori e profumi di Ospedaletti, Bordighera, Sanremo. Terra di poeti, prediletta dall‘uomo fin dall‘alba dei tempi

​Roberto Mussapi

Trent’anni fa nacque una rosa bellissima, bianca con un sottile bordo rosa. Lunga, carnoso il bocciolo ma snello, porcellanato. Si trovava in alcuni banchi di fiorai a Milano, ovunque nella sua terra, la Riviera dei Fiori. Era stata creata da un floricultore di Sanremo, e battezzata Vivaldi: nomen est omen. Divenne la mia preferita, rispetto ad altre, bianche, ma troppo, o rosa, o gialle. Non amavo le rose rosse, erano, sono spesso di un rosso cupo, mi evocano un vestito di quel colore, in velluto, di un soprano o un’attrice molto anziane, mi incutono senso di decadenza, tristezza. Ma un floricultore di Perinaldo, paesino dell’entroterra alle spalle di Ospedaletti, creò una rosa rossa magnificamente trasbordante di vitalità, la Dallas, molto lunga, bocciolo grosso, turgido, di un rosso pieno e acceso come quello dei papaveri: la consideravo l’esuberante e formosa cugina di campagna della Vivaldi, il cui nome, come quello della vitale e ingenua Dallas, certo non pare scelto a caso o distrattamente.
Prodigi di quella striscia di terra baciata scogliosamente dal mare, da Cervo, a est, fino al confine con la Francia, Ventimiglia, a ovest, passando per Imperia, Sanremo, Ospedaletti, Bordighera... E che fu giustissimamente battezzata “Riviera dei Fiori”. Un profluvio di fiori, e uomini che nello strettissimo entroterra lavoravano nove ore al giorno per produrre, far nascere, coltivare, creare l’oggetto primo dei poeti e degli umani sensibili: il fiore, più immediato nel suo splendore del diamante, perché nato umilmente dalla terra e non nel suo centro minaccioso e buio, perché non eterno come il diamante, ma effimero come una farfalla.
Da anni trovo solo rose e fiori olandesi, non sono aggiornato sull’economia, non so come sia la situazione della produzione in Liguria e nel paese, inoltre vado a Ospedaletti una volta all’anno, non ho più la frequentazione di un tempo con i centri vicini, Sanremo, Bordighera. Ma ho la sensazione che quella che vissi e che durava dall’Ottocento fu un’età dell’oro.
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