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La segreta bellezza di Tellaro

Il piccolo borgo sul mare, nel territorio di Lerici, è stato un rifugio per scrittori e poeti, a partire da Lawrence e Bertolucci

​Adriana Beverini

We went on Good Friday eve to see procession of Jesus to the tomb... «La sera del Venerdì Santo siamo andati a vedere la processione di Gesù al sepolcro. Le case di Tellaro sono incastrate nelle rocce in una piccola apertura.
 Era una notte calma con una luna stupenda ma il paese era sprofondato nell’ombra, solo la luna splendeva sul mare. E su tutti i davanzali c’erano file di candele tremolanti nell’aria ferma; lunghe file in piazza, grandi finestre, molto dorate nell’ombra blu scuro sotto un cielo luminoso. Poi la processione è uscita dalla chiesa con i ragazzini davanti che correvano sbattendo le “battuéle” di legno come quelle che si usano a casa per spaventare gli uccelli. Dei battagli così chiassosi. E il suono rappresenta lo stridolio delle ossa di Giuda. Poi è arrivata la processione: un feretro bianco con le tende tirate; trasportato in alto sulle spalle degli uomini vestiti tutti di bianco con panni bianchi sulla testa. Uno strano rumore di cantilene interrotto dal rumore del mare; e le candele che fluttuavano col movimento delle figure bianche; e, trasportate in cima, due grandi lanterne rococò dorate. Poi, con tutto il rumore e lo struggente lamento delle cantilene e il roco sciabordio del mare, hanno cominciato a salire la ripida scalinata tra le alte case scure, una bianca, spettrale, serpeggiante processione, con gli abitanti vestiti di scuro che seguendola si affollavano. È sparita in un attimo. E mi ha provocato un senso di tremore. È il mistero che suscita questa impressione - e la morte stessa, spogliata dai suoi orrori, seguita umilmente solo dalla paura e dallo stupore».
Così, da Fiascherino, lo scrittore inglese David Herbert Richards Lawrence scriveva all’amico A.D.M. Leod il 16 aprile del 1914, ancora stupefatto dallo spettacolo della processione notturna del Venerdì Santo a cui aveva appena assistito nel vicino paese di Tellaro.
Erano arrivati in Italia, lui e la compagna Frieda Johanna Freiin baronessa von Richthofen, nel 1912: una fuga d’amore che li aveva portati dapprima a Lerici, nel 1913, per poi prendere casa a Fiascherino, nel villino Gambroisier dove si trattennero sino al maggio del 1914. Di quel periodo trascorso con la nobildonna che, ottenuto il divorzio dal marito, diventerà sua moglie nel luglio di quello stesso 1914, sappiamo quasi tutto perché Lawrence, entusiasta per la bellezza del luogo e la salute ritrovata, quasi ogni giorno scriveva lettere agli amici inglesi invitandoli a raggiungerlo per godere insieme di quel piccolo paradiso. Fiascherino, a piedi, dista dal paese di Tellaro non più di 400 metri ed è proprio da qui che è bene iniziare il cammino per giungere all’antico borgo marinaro arroccato su una scogliera e censito tra i cento borghi più belli d’Italia. Sì, è bene cominciare da quella baia che ha rapito non solo il cuore del grande scrittore ma, quasi cento anni dopo, nel 2010, anche quello di un magnate russo con passaporto statunitense, Alexander Knaster. Il miliardario che per Forbes dispone di un patrimonio di due miliardi e cento milioni di dollari, affascinato dal paesaggio e dalla Villa Bianca posta a picco sulla scogliera della baia ma ormai in rovina da decenni, ha deciso di comprarla dando il via ai lavori di ricostruzione e riqualificazione che ancora non sono finiti.
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