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Non perdiamo lo spirito del Natale

Luca Cambiaso, Adorazione dei pastori (1550 circa), olio su tavola. Milano, Pinacoteca di Brera (Scala).

Luca Cambiaso, Adorazione dei pastori (1550 circa), olio su tavola. Milano, Pinacoteca di Brera (Scala).

​Se le persone sapessero esattamente cosa significa il Natale, e poi iniziassero a creare nuovi simboli, cerimonie, scherzi, sarebbe una cosa molto bella. Ma ciò non è ancora successo nel mondo dell’uomo moderno. La maggior parte dei cambiamenti proposti al giorno d’oggi vanno esattamente nel senso opposto. Sono modi per mantenere il nome del Natale – e qualche sbiadita figurina natalizia – trasformandolo in qualcosa di completamente differente.
Ciò che alcuni vogliono fare è appendere qualche decorazione di agrifoglio e vischio in un immenso, surriscaldato, impersonale hotel americano, dove la gente possa dimenticare ciò che è il Natale, annoiarsi anche solo nel sentirlo nominare, profanare con le proprie raffinatezze, sazietà, disperazioni l’anima sacra e suprema della festività. Sono persone troppo stanche per sentirne lo spirito, per riformularne i simboli o per cambiarne il nome. Non hanno la creatività necessaria per riformarlo e neanche la tenacia per mantenerlo nella tradizione. Lo fanno semplicemente galleggiare, come un iceberg che si scioglie in acque più tiepide, senza sapere perché si staglia rispetto all’ambiente circostante, perché cambia o si conserva intatto. Nessuno di noi vuole vedere il nobile omino di neve del Natale inglese sciogliersi in quell’iceberg di una moda che ha perso ogni significato. Sarebbe meglio che l’omino di neve venisse distrutto da iconoclasti come i Puritani. Sarebbe meglio che coloro che lo amano lo difendano da coloro che non lo amano. E non penso che alla fine questi ultimi saranno la maggioranza. Ma i primi combatterebbero molto meglio se sapessero perché lo amano, anche al costo di recuperare alcune superstizioni dei loro avi. In ogni modo io so perché lo amo; e per quanto riguarda il Natale dei cocktail e del riscaldamento centralizzato so perché non mi piace. So che la realtà non è relatività o progresso o semplice trascorrere delle epoche. Riconosco Babbo Natale quando lo vedo, anche se è in borghese. E non vengo ingannato dal Padrone del Tempo mascherato con agrifoglio e vischio.

di Gilbert Keith Chesterton