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Tutte le Madonne di Leonardo

Dall’Annunciazione alla Vergine delle Rocce fino alle raffigurazioni con il Bambino e sant’Anna, Leonardo da Vinci ha dipinto sempre l'anima di Maria

​Antonio Paolucci


Ha forse venti anni Leonardo quando, per i monaci di San Bartolomeo a Monte Oliveto, dipinge l’Annunciazione (immagine alle pagine 16-17) oggi custodita agli Uffizi. È un giovane artista, agli inizi della carriera, che esplicitamente dichiara i suoi debiti nei confronti del maestro Andrea del Verrocchio. Li dichiara a tal punto da riprodurre, nel leggio accanto al quale la Vergine riceve l’annuncio, la forma e le decorazioni del sepolcro bronzeo di Piero de’ Medici in San Lorenzo, capolavoro del Verrocchio all’inizio degli anni Settanta del XV secolo. Ma se ci fermiamo di fronte al prato sul quale plana il volo dell’angelo, ci accorgeremo di avere di fronte ai nostri occhi una natura percorsa da fremente energia. Quei fiori e quelle erbe hanno la vitalità di piante carnivore. Qui, in questa opera precocissima, è già presente il Leonardo studioso dei fenomeni naturali, attento a percepire e a dare immagine al respiro di quella gran macchina vivente che è per lui il mondo. Mentre nel paesaggio sullo sfondo (una prospettiva di montagne, una città, un golfo di mare), un paesaggio che diresti fatto di aria e di luce, c’è già un anticipo di quelli che saranno i fondali della Vergine delle rocce del Louvre. Nell’Annunciazione degli Uffizi, in questa giovanissima ragazza che riceve l’annuncio inconcepibile e ineffabile, vive anche una profonda riflessione teologica. Gli edifici delineati in prospettiva alle spalle della Vergine, mostrano una serie di conci di pietra tagliati e dislocati in modo da presentare verso di noi i loro angoli. È un riferimento al Salmo 118: «La pietra scartata dal costruttore è diventata testata d’angolo». Il momento del concepimento angelico è anche l’inizio della storia della Salvezza, prefigura l’avvento di Cristo Redentore.
Ecco un’altra Madonna col Bambino che riflette la cultura ancora verrocchiesca del pittore. È custodita nella Alte Pinakothek di Monaco, ed è conosciuta come Madonna del garofano, perché raffigura la Vergine che offre al piccolo Gesù un rosso garofano, un po’ per farlo giocare, un po’ perché il rosso-sangue è prefigurazione del suo destino. Se l’omaggio a Verrocchio è bene evidente nel modellato delle anatomie e nella tipologia dei panneggi, nel paesaggio che si apre al di là della loggia rinascimentale c’è già tutto Leonardo. Quella catena di montagne colore di ocra e di azzurro, quella infinita natura geologica che la luce accarezza e che un fremito di vita percorre, è già il preludio, a una data che non dovrebbe superare il 1485, all’ambiente rupestre che presto ospiterà la Vergine delle rocce.
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