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Università Cattolica, Una scuola di santi

Per Pio XI l’Università Cattolica era un miracolo. La sua storia è intessuta di vite ricche di santità

​Claudio Giuliodori

La nascita dell’Università Cattolica del Sacro Cuore a Milano è il frutto di una felice convergenza di tanti fattori che hanno reso possibile quello che senza alcun timore e con profonda convinzione papa Pio XI ha definito a più riprese un vero e proprio miracolo. Così si esprimeva in un discorso rivolto ai Piccoli Amici dell’Ateneo: «L’Università del Sacro Cuore, come lo dice il suo stesso nome, è anch’essa una grande altissima predilezione del Cuore di Gesù. Egli lo ha dimostrato in mille modi e si può dire che l’esistenza dell’Università è un miracolo continuo della benignità del Sacro Cuore» (14 marzo 1926). E successivamente non mancherà di evidenziare come la fede di coloro che hanno collaborato all’impresa sia una concreta attuazione dell’insegnamento evangelico, soprattutto per gli esiti straordinari e inaspettati delle Giornate universitarie. «Ab­biamo avuta l’impressione che abbiamo compiuto dei veri, dei grandi miracoli, più grandi di quelli compiuti da Nostro Signore – ebbe a dire ai delegati romani –. Non meravigliatevi, dilettissimi figli – e la perdoni questa volta Nostro Signore al Suo Vicario; – non facciamo male a dir così; Egli lo aveva detto agli apostoli meravigliati per i miracoli da lui compiuti: “se avrete un po’ di fede, come un granellino di senape, potrete dire alle montagne levatevi, e le montagne si trasporteranno dall’altro lato”» (20 marzo 1927).
Bastano solo questi brevi richiami per avere già una chiara percezione di quale fosse il clima che si respirava attorno alla nascita e allo sviluppo dell’Università Cattolica. Non era considerata solo una straordinaria impresa umana e scientifica. Veniva soprattutto percepita e vissuta come un evento di carattere soprannaturale, frutto di una volontà divina, inequivocabilmente espressa nell’affidamento al Sacro Cuore. Titolazione tutt’altro che scontata. Solo la fede e la determinazione di padre Gemelli e, soprattutto, di Armida Barelli consentirono di superare non poche riserve e critiche. Al di là delle ragioni culturali, sociali ed ecclesiali, la motivazione profonda che ha spinto i fondatori, Agostino Gemelli, Armida Barelli, Ludovico Necchi, monsignor Francesco Olgiati e il conte Ernesto Lom­bardo a una tale impresa è stata certamente la fede e la consapevolezza di una chiamata del Signore ad affrontare un’avventura che andava ben oltre le loro forze. I miracoli nascono dalla fede e la fede è la via maestra della santità. Non era estranea alla sensibilità spirituale dei fondatori la consapevolezza che innanzi tutto occorreva consacrare se stessi al Signore e camminare sulle vie della santità per poter affrontare un impegno così gravoso e costellato di prove e incognite. Non è un caso che i quattro principali artefici fossero dei consacrati e avessero una forte motivazione spirituale, una grande passione ecclesiale e un marcato anelito alla santità.
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