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La famiglia di Nazareth modello per tutte le famiglie

​Andrea Acutis e Antonia Salzano

In uno degli ultimi viaggi che facemmo con nostro figlio Carlo passammo per Barcellona. Visitammo la basilica della Sa­grada Familia costruita da Antoni Gau­dí. Carlo ne rimase folgorato e ci disse che in un momento di così grande crisi per l’istituzione della famiglia, Gaudí sembrava farsi portavoce della risposta divina a tanta devastazione. Mentre la società non riesce più a comprendere il valore della famiglia e la distrugge, Gaudí la ricostruisce metaforicamente attraverso la Sagrada Familia. Per Gaudí l’originalità dell’uomo consiste nel tornare sempre alle origini, cioè a Dio, alla creazione, di cui l’uomo e la donna sono i protagonisti. Proprio come ha fatto la Famiglia di Nazareth, che ha partecipato all’opera della creazione e della redenzione in un perfetto abbandono alla divina volontà. Il Dio Uno e Trino, che ha voluto il genere umano e in esso e per esso la riproduzione, ha stabilito che si onorino il padre e la madre. La Sacra Famiglia ci insegna che la vita, concepita nella famiglia, realizzata con i figli, deve essere rispettata. Ci insegna che nella riproduzione non va staccato il mezzo dal fine. Con la sua rivelazione Gesù ha elevato il matrimonio alla dignità di sacramento, portandolo a una dimensione soprannaturale, sino a lambire la vita eterna. Ecco il progetto: unire i due sposi alla creazione di Dio, facendoli diventare suoi personali collaboratori. Ed è questo l’importante. Non ammettendolo, si riduce il matrimonio a mera convenzione umana, transitoria e soggetta ai venti di opinioni e umori. Ma nella nostra società liquida, abbandonate le costrizioni delle convenzioni sociali, se non si è legati a un principio unificante ed efficace superiore all’uomo, come resistere alle forze centrifughe che, come mai prima, dilaniano le famiglie? Dire sacramento, significa amministrazione diretta, immediata, personale della Grazia. I due sposi sono ministri di questo sacramento e sono in contatto diretto, immediato e personale con la Santissima Trinità. Il matrimonio va condotto in questa mentalità, come amministrazione del sacramento. È necessario ricordarsi che l’uomo e la donna, sposandosi in chiesa, attingono al patrimonio della Grazia che amministra la Chiesa, a beneficio degli sposi, dei figli e di tutto il genere umano. Suor Lucia di Fatima profetizzò: «Verrà un momento in cui la battaglia decisiva tra il Regno di Cristo e Satana sarà sul matrimonio e sulla famiglia».
La Sacra Famiglia ci consegna quello stesso Gesù che si dona a noi in special modo nel pane e nel vino consacrati. Essa guida gli uomini ad accoglierlo nelle loro famiglie, a farlo nascere nei loro cuori. Maria quando Gesù nacque “lo avvolse in fasce”. La sua maternità si espresse subito nella dimensione della cura: quel gesto rivolto al neonato affinchè non patisse freddo invita anche noi a prenderci cura del Bambino-Dio.
Non dobbiamo scoraggiarci per i nostri limiti e per le nostre cadute. Camminiamo insieme sostenendoci e perdonandoci l’un l’altro. E soprattutto chiediamo aiuto a Lui. Un’impresa soprannaturale necessita di mezzi soprannaturali. Dio ama ognuno di noi personalmente, sa di che cosa abbiamo bisogno. Attingiamo a piene mani ai suoi tesori, anzi accogliamo l’autore stesso della Grazia che si dona a noi nella Santissima Eucaristia.
Il cosmo ha all’inizio l’Eucaristia, primus in intenzione, ultimus in esecuzione, nella pienezza dei tempi. Come dice papa Francesco nella Laudato si’: «Il Signore, al culmine del mistero dell’Incarnazione, vol­le raggiungere la nostra intimità attraverso un frammento di materia. Non dal­l’alto, ma da dentro, affinché nel nostro stes­­so mondo potessimo incontrare Lui. Nell’Eucaristia è già realizzata la pienezza». Fin dall’inizio gli uomini sono stati uniti e avviati all’Eucaristia. Il peccato ha interrotto, ma non rotto il programma eucaristico di Dio. In tutto l’universo l’ordine e l’armonia, gli enti, hanno come punto di convergenza l’Eucaristia. Le dimensioni sono cosmiche e non si può comprendere tutta la straordinaria ricchezza e varietà dell’universo se si prescinde dall’Eucaristia. Accogliendo Gesù nel Santissimo Sacramento diventiamo suoi genitori putativi. Ogni famiglia che vive e si nutre dell’Eucaristia adotta simbolicamente Gesù e lo porta a vivere nella propria casa: così l’Eucaristia diventa «l’autostrada per il Cielo».