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La libertà genera bellezza. Il coraggio del dono

​Giovanni Gazzaneo

Chi è il mecenate? Solo dopo l’incontro con Flo ho capito. Flo non è la semplice unione delle iniziali di tre amici, Federico Velluti, Laura Tomesani e Oscar Passarella. Flo è il coraggio di sognare insieme, di credere l’invisibile nell’amore senza misura per l’arte e per la storia. Flo è ridare vita dove la vita era scomparsa, far rifiorire la bellezza violata dall’avidità e dall’incuria degli uomini, ridare gusto e senso all’abitare tradito e ucciso da decenni di assurda cementificazione. È custodire gli umili o straordinari doni che le generazioni nei millenni e nei secoli ci hanno trasmesso e riportarli al­l’antica bellezza. Rimettere pietra su pietra, con filologico e paziente rigore, perché un rudere torni a essere castello, chiesa, palazzo… E tessera su tessera per ricomporre un mosaico, brani e schegge di pietra o di legno per rimodellare una scultura. Pietre, colori e legni che non sono solo storia e arte, sono spirito. Il restauro per loro è, prima che lavoro, la vita stessa.
Quando Federico Velluti è giunto a Venzone non si è arreso alla devastazione del terremoto del 1976. Ha fortemente voluto che si ricostruisse con le antiche pietre il centro storico com’era e dov’era, a partire dal duomo. Più che un restauro, il risultato è un vero miracolo. Federico, e chi con lui ha creduto in una rinascita autentica, non ha musealizzato un paese, ha garantito identità e radici a una comunità che non può esistere senza la sua storia.
Flo crede nell’invisibile, riesce a vedere quel che sembra irrimediabilmente perduto. Federico, Laura e Oscar sanno fino all’ultima fibra del loro essere che il presente è il ponte che siamo chiamati a percorrere tra il nostro passato, che va accolto e custodito, e il futuro, che apre orizzonti se accettiamo la sfida della novità e la pazienza del progetto. Sanno che la bellezza è fragile, non può vivere se non ne abbiamo cura. Eppure la bellezza è potente, perché è feconda e genera vita e continua a generarla per secoli e millenni. La bellezza nasce nel tempo, ma vince il tempo.
Federico, scomparso nel 2018, Laura e Oscar hanno creato la Fondazione Castello di Lusa, un’oasi di bellezza ai piedi delle Dolomiti. Hanno scoperto e rigenerato luoghi, antiche ville e castelli, e non si sono arresi davanti agli ostacoli, ai problemi, alle incomprensioni. Per generare bellezza ci vuole coraggio e il coraggio non può che essere generoso, perché parte dal cuore e al cuore ritorna. Così hanno donato alla comunità di Feltre - e a tutti coloro che approdano in questa terra di confine, troppo spesso solo terra di passaggio - palazzi storici e collezioni d’arte.
Ecco l’autentico mecenate: non è una questione di soldi, è una questione di vita, di amore per la vita, di amore per la bellezza, di amore per quel che gli uomini hanno saputo creare e custodire. E insieme dare respiro, forza e casa alla creatività del presente e una speranza per i ragazzi e le ragazze in una società che il futuro lo divora. Si delinea così l’animo del mecenate: non colui che dà soldi, ma colui che dà la vita per generare vita.
Il mecenate è un uomo libero, perché solo un uomo libero può apprezzare e promuovere ciò che l’uomo crea nella libertà più piena: la poesia, la musica, l’arte… Il mecenate ha il cuore innamorato e sa declinare l’amore al passato, al presente e al futuro. Il mecenate autentico non dà quel che ha, dà quel che è. L’uomo viene al mondo per mettere al mondo ciò che non c’è ancora. Ma per rispondere alla sua vocazione è chiamato a custodire tutto ciò che di bello, di buono e di vero la storia ha consegnato agli uomini di oggi.
Maestra di mecenatismo è stata la Chiesa: ha saputo affidare la bellezza dell’annuncio a grandi maestri e a straordinari artigiani, ha aperto cantieri plurisecolari, ha coinvolto generazioni nella costruzione di pievi e cattedrali... Ha segnato la geo­grafia del­l’Europa e poi del mondo innalzando canti di pietra a gloria dell’Altissimo, luoghi di preghiera, di incontro, di studio, di musica, di invenzione e di creazione. E la chiesa resta l’unico luogo dove le porte sono sempre aperte a tutti, a chi crede e a chi non crede, al pellegrino e al turista, a chi appartiene alla comunità e a chi giunge dall’altra parte del mondo. Il mecenatismo della Chiesa è un grande abbraccio, un abbraccio tra generazioni e un abbraccio ai popoli del mondo. La fede genera bellezza e la dona davvero a tutti.