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Quanto è prezioso ogni istante, la testimonianza di Carlo Acutis

​Antonia Salzano Acutis
«Tutti nascono originali, ma molti muoiono come fotocopie» diceva Carlo, il beato Carlo Acutis. Perché il cammino di santità è offerto a tutti dal Padre di tutti noi. Ma richiede impegno, partecipazione, altrimenti il rischio è di lasciarsi vincere dalle tante piccole difficoltà che la vita ci pone di fronte. E di abituarsi ai peccati veniali in cui è facile incorrere. Anche lui, da giovane pieno di vitalità ed energia, sapeva di poter cadere in queste trappole. Ricordo un periodo in cui si sentì attratto dalla gola, ma ben presto volle e seppe superare il problema. Teneva un quadernino in cui giorno per giorno notava i difetti che riscontrava in sé medesimo, e si impegnava con costanza a correggerli. L’abitudine ai piccoli peccati distrae le persone dal cammino di santità che Carlo invece ha voluto seguire: con la confessione che praticava ogni settimana, con la frequenza quotidiana dell’Eucaristia, con l’attenzione verso la parola di Dio, con la sollecitudine verso il prossimo, col soccorso che prestava ai bisognosi, fossero senzatetto o compagni di scuola in crisi per motivi di studio o di famiglia. Era sempre pronto ad ascoltare e ad aiutare chiunque. Fino all’ultimo. Quando fu portato nell’ospedale, dove sapeva che avrebbe lasciato il suo cammino terreno, essendo quindicenne fu ricoverato nel reparto pediatrico. Ma era alto un metro e ottantadue e pesava settanta chili: si doleva non per la leucemia che in breve lo consumò, ma per la fatica che dovevano compiere le infermiere per spostarlo.
La vita di Carlo è trascorsa in un continuo impegno per rispondere alla chiamata del Signore: «Non io ma Dio» diceva e guardava alla santità come a un percorso di sottrazione, di purificazione da perseguire con costanza, perché «ogni minuto che passa è un minuto in meno che abbiamo per santificarci». «Il tempo è anch’esso una creatura» e il Signore con l’Incarnazione ci ha mostrato come dobbiamo usarlo al meglio: amando Dio e così glorificando la vita. Carlo non sprecava il tempo. Si era prefissato di non perdere più di un’ora alla settimana per i videogiochi, era un appassionato della Rete e la usava con grande competenza, ma per raccogliere informazioni sui miracoli eucaristici e per diffondere la mostra che su questi ha organizzato e che continua a essere presentata in migliaia di luoghi, ovunque nel mondo.
«Una vita di successo è quella in cui si mette Dio al primo posto» sosteneva. Era ben consapevole dei limiti del tempo a nostra disposizione su questa terra. Quando gli si chiedeva che cosa avrebbe voluto fare da grande rispondeva che sarebbe rimasto sempre giovane: il tempo non ci appartiene. Noi non capivamo: era un invito a vivere il presente e non a fare programmi. Ad accettare quel che ci è dato. Quello che per lui più contava era di essere preparato, perché, diceva, «sul Golgota ci dobbiamo salire tutti». È un peccato che oggi non si pensi alla morte, anzi, la si voglia esorcizzare: eppure Gesù ci ha mostrato che la morte è vita. È questa la promessa che ha fatto a tutti noi: Egli ci aspetta e troveremo un posto accanto a Lui, se ci saremo preparati. È vero, non è semplice. Ci vuole risolutezza, impegno, partecipazione.
Mi capita di svolgere presentazioni per parlare di Carlo a tanti giovani. E a volte chiedo loro: chi desidera diventare santo? Spesso i volti si fanno attoniti, pochi timidamente alzano la mano. Eppure il cammino di santità è offerto a tutti. Richiede di mettere in pratica le virtù: fede, speranza, carità, prudenza, temperanza, giustizia, fortezza. Perché la vita è anche una lotta: non con altri, per quanto, come diceva Carlo, a volte la voce dell’uomo è aspra, prepotente, arrogante, superba, impaziente, intrattabile, violenta. Ma una lotta con se stessi, per superare le tentazioni cui siamo soggetti. Per avvicinarci a Gesù seguendone l’esempio e per accogliere dalla bocca di Dio le parole di consolazione che fortificano e illuminano. Il cammino spirituale deve andare avanti. Se ristagna si resta insipidi, invece di essere il sale della terra. Ci vuole passione, perché una testimonianza tiepida non contagia nessuno. Carlo era pieno di passione e di vitalità, aveva un amore travolgente per Dio e il prossimo. Che continua a diffondersi. La vita è sacra, ma sempre va santificata, giorno per giorno. È questa la testimonianza lasciataci da Carlo.