
Villa Clerici e la nuova visione del sacro
«Ritorniamo ad essere amici»: con questa esortazione papa Paolo VI si rivolse agli artisti il 7 maggio 1964, durante la Messa degli Artisti nella Cappella Sistina. Così il rapporto tra Chiesa e arte contemporanea si rinsaldò su un piano di dialogo e di rinnovamento della tradizione, dopo che il legame si era da quasi due secoli allentato. Ma già prima del suo pontificato, l’allora arcivescovo di Milano Giovanni Battista Montini affrontava tali temi con Dandolo Bellini, direttore di Villa Clerici, dove da metà degli anni ’50 aveva preso corpo la Galleria d’arte sacra dei contemporanei. In questo edificio settecentesco nella zona periferica di Niguarda, Bellini aveva creato un cenacolo di artisti e una raccolta di loro dipinti e sculture. Ora Villa Clerici inaugura una nuova sezione con opere mai esposte prima, brani di lettere inedite e fotografie storiche dei protagonisti di quel cenacolo. In mostra disegni preparatori di Manzù, Gentilini, Casorati, Sassu, Azuma e altri. Presente il bozzetto su carta di Severini per la chiesa di St. Pierre a Friburgo La consegna delle chiavi a San Pietro (1950 ca); e lo Studio per vetrata di Scorzelli. Simboli della ritrovata alleanza tra arte e fede.
“Villa Clerici: un cenacolo di artisti a Milano”, a cura di Luigi Codemo. Milano, GASC Villa Clerici, Via Terruggia 14. Fino al 2 marzo. Info: www.villaclerici.it.